ALTOFONTE
Le Chiese delle Confraternite
Appuntamento:
Piazza Falcone e Borsellino (davanti Municipio)
Lat. = 38.04469 Long. = 13.29828
Inizio visita:
Sabato ore 10 – ore 11 – ore 12 – ore 16 – ore 17
Domenica ore 10 – ore 11 – ore 12 – ore 16 – ore 17
Durata: 0,45 minuti
Contributo: Euro 5
All’interno del centro storico di Altofonte si possono ammirare tre chiese che sono sede di tre delle Confraternite presenti nel paese: la Cappella di San Michele, la Chiesa della Sacra Veglia e la Chiesa di Sant’Antonio di Padova. La cappella di San Michele risale al periodo normanno, un piccolo gioiello, ancora oggi ben conservato, che era annesso al palazzo di caccia di Ruggero II. Questa Chiesa è sede dell’omonima confraternita fondata nel 1574 con lo scopo di venerare il Santissimo sacramento. La Chiesa della Sacra Veglia si trova all’interno del complesso abbaziale di Altofonte. La storia della sua confraternita, nata nel 1633, è legata all’opera di padre Luigi Lanuzza, un gesuita che intorno alla metà del Seicento svolgeva la sua opera di divulgazione del Vangelo nel paese. Infine la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, edificata dal sacerdote Giacomo Trovato situata nell’antico fondo di Santa Brigida, è sede della Confraternita delle Cinque Piaghe fondata nel 1731 che aveva già preso avvio anch’essa dall’opera di Luigi Lanuzza. All’interno della Chiesa visiteremo una suggestiva cripta da poco restaurata.
BAGHERIA
La Villa del Principe di Ramacca
Appuntamento:
Viale Ramacca (da SS 113)
Lat. = 38.09495 Long. = 13.50942
Inizio visita:
Domenica ore 10,00 – ore 11,00 – ore 12,00 – ore 15,00 – ore 16,00
Durata: 0,45 minuti
Contributo: Euro 5
Costruita nella prima metà del XVIII secolo da Bernardo Gravina, principe di Ramacca, la villa è collocata su un asse immaginario che corre parallelo al profilo del monte. Gode di un bellissimo panorama, avendo alla sua destra il golfo di Aspra con in lontananza quello di Palermo e a sinistra il golfo di Porticello. La fabbrica è a due elevazioni e, contrariamente alle altre ville, i corpi di servizio si trovano sul retro una soluzione adottata per non deturpare il magnifico panorama. Un elemento architettonico notevole è sicuramente la balaustra della terrazza, decorata con motivi ornamentali a chiave di violino realizzati direttamente su blocchi di tufo massicci, frutto del virtuosismo squisito dei maestri intagliatori. I dettagli architettonici fanno trapelare una grande eleganza e semplicità, elementi che impreziosiscono interamente la Villa. L’entrata è caratterizzata da un giardino di piante esotiche che accompagna il visitatore nel suo percorso sino ai piedi della struttura. A ciò si aggiungono dei particolari motivi decorativi sui capitelli dei due grandi pilastri che introducono nel viale d’ingresso.
BAGHERIA
La Villa del Duca di Villarosa
Appuntamento:
Palazzo Villarosa (da Via Flavio Gioia)
Lat. = 38.07521 Long. = 13.50039
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – ore 11,00 – ore 12,00
Durata: 0,45 minuti
Contributo: Euro 5
Don Placido Notabartolo Duca di Villarosa, alla metà del 1700 su di una collinetta, impianta la sua costruzione nella terra della Bagària. L’edificio principale della Villa, è caratterizzato da uno schema a C al cui centro è inserito un pronao ottastilo con colonne finemente lavorate, poggiate su basi attiche e sormontate da capitelli corinzi di raffinata esecuzione. Il manufatto principale, secondo varie fonti, peraltro verificate stilisticamente, è attribuito al celebre architetto settecentesco Giuseppe Venanzio Marvuglia. La pianta sia a piano terra che nel piano superiore, risulta fondata sulla simmetria derivata da geometrismo cartesiano. Meno aulico l’altro prospetto, che presenta nella partitura centrale il timpano mancante a coronamento delle colonnato principale. Emerge in tutto il blocco edilizio, la mancanza di decorativismo barocco, orientando l’opera verso il mondo neoclassico, privilegiato dal Marvuglia, mentre risulta favorita la componente panoramica-architettonica, che grazie alla posizione arroccata sul promontorio, offre preziose e ineguagliabili vedute.
CACCAMO
Il Borgo Duecentesco di Terravecchia e il Duomo Normanno
Appuntamento:
Piazza dei Caduti (ai piedi del Castello)
Lat. = 37.932407 Long. = 13.66065
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – Domenica ore 15,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
E’ dal 1060 con la presenza dei Normanni che a Caccamo si hanno le prime tracce storiche della sua fondazione. La visita commentata ripercorre i luoghi dell’antico Borgo duecentesco denominato “Terravecchia” con la visione dalla terrazza naturale del paesaggio costituito dalle riserve naturali di Pizzo Cane e Leone e della Valle solcata dal Fiume San Leonardo e delimitato a Sud da Rocca Busambra e dal Castello di Vicari. Durante la passeggiata culturale sarà possibile soffermarsi per la visione esterna della Chiesa “Cenobio” di San Pietro in Vinculis e della parte meridionale del Castello con annesse tracce del sistema difensivo trecentesco. Percorrendo poi una caratteristica scalinata ricavata nella roccia naturale, si giungerà nella Piazza Duomo dalle caratteristiche scenografiche architettoniche, potendo anche osservare il tratto visibile dell’antico “Passaggio Segreto” del Castello. La visita si concluderà nel Duomo di San Giorgio Martire, di origine normanna, impreziosito da tante opere d’arte con autori come il Gagini e il Laurana, e dai dipinti di Pietro Novelli, Giuseppe Velasco, Vito D’anna, Matthias Stomer.
CAMPOFIORITO
Il sito archeologico di Monte Castellaccio
Appuntamento:
Via Giacomo Matteotti (accanto al Monumento ai Caduti)
Lat. = 37.75228 Long. = 13.26801
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – ore 11,30 – ore 15,30 Domenica ore 10,00 – ore 11,30
Durata: 1 ora
Contributo: Euro 5
A Monte Castellaccio, a soli 3 Km. dall’attuale centro di Campofiorito, ancor oggi è possibile ammirare la strada di accesso all’abitato antico del periodo romano. Il sito si compone di diversi terrazzi artificiali, che oltre a venire utilizzati per la sistemazione ubica, servivano anche a creare delle cinte murarie ben difese e comunicanti tra loro per mezzo di piccole porte con accessi gradinate, ben difese da piccole torri, sia circolari sia rettangolari, poste sui fianchi. Di rilievo la chiesetta Bizantina ad una sola navata posizionata nel punto più alto: l’edificio religioso è ritenuto tra i più antichi di Sicilia. Nel periodo medievale l’abitato era perfettamente inserito nella macroarea della Magna Divisa di Corleone. Gli scavi effettuati nel corso degli anni hanno portato alla luce un insediamento fortificato di epoca medievale, molto simile ai suggestivi “donjons” normanni, una torre quadrangolare “Masmo”, collegata visivamente con l’abbazia di S. Maria del Bosco, con l’insediamento fortificato di Calatamauro, con la rocca di Entella e con il Castello di Calatrasi, attraverso due torri fortificate. Una testimonianza straordinaria del passato.
CASTRONOVO DI SICILIA
Testimonianze dell’antica presenza araba
Appuntamento:
Piazza Pepi (davanti la Società Operaia)
Lat. = 37.67797 Long. = 13.60259
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – ore 15,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Dall’11 novembre 839 al 29 ottobre 840, anno 225 dell’Egira, nell’area sud occidentale dei monti Sicani i Musulmani conquistarono tutti i territori cristiani, tra cui anche Castro (odierna Castronovo di Sicilia), strappandola al controllo dei Bizantini. Sotto il dominio degli Arabi si ebbero i primi lavori di bonifica, iniziarono le pratiche irrigue e furono introdotte nuove colture. L’antico nome “Crastus” si trasformò, per la trasposizione della lettera “r”, in Castrus, e quindi Kassaro Karsnub per gli arabi. Le maestranze povere si stabilirono ai piedi della montagna Reale, in prossimità di due ricche sorgenti di acqua, dando vita ai due antichi casali, il Rabat prettamente artigianale e il Rakalbiat prettamente agricolo. Tra archi, vicoli e cortili, a Castronovo sono ancora presenti i segni del susseguirsi dell’antica civiltà. In particolare al Rabat, la toponomastica, ci dimostra e parla ancora degli abitanti di questo antico quartiere: gli Arabi. Nella passeggiata si andrà alla ricerca delle tracce ancora presenti dell’antica comunità musulmana che occupò per secoli questi luoghi.
CEFALÙ
Cefalù esoterica: dal Tempio di Diana all’Abazia di Thelema
Appuntamento:
Davanti ingresso Stadio comunale S. Barbara (da Via Vitaliano Brancati)
Lat. = 38.03118 Long. = 14.02710
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – Domenica ore 10,00
Durata: 3 ore
Contributo: Euro 5 (escluso ingresso alla Rocca, Euro 5, da pagare al Comune in loco)
Il cosiddetto “Tempio di Diana” è il punto di riferimento a partire dal quale è possibile rintracciare le motivazioni relative all’antropizzazione del territorio cefaludese. La dedica a Diana dell’edificio megalitico, corredato di una cisterna dolmenica risalente presumibilmente al IX secolo a.C. rimanda ad altri santuari presenti in Italia dedicati alla dea. Il riferimento a Diana va inteso quale dea portatrice di luce, dea del dies, legata ai cicli di nascita e morte ed al ciclo delle stagioni. Questa consapevolezza spinge l’occultista Alester Crowley, nel 1920, a fondare a Cefalù la sua “Abazia di Thelema” come gli era stato indicato dall’oracolo I-Ching e a stabilire il sito in una località “rivolta a nord che guarda verso il monte ospitante il tempio di Diana”. L’assunto fondamentale della religione di Thelema era “fa ciò che vuoi e sarà la tua legge. Non c’è alcun Dio tranne che l’uomo: “L’uomo è la legge”. Le evidenze artistiche presenti nell’Abazia di Thelema, oggi in stato di degrado, sono testimonianza di questo assunto e legano ulteriormente la figura dell’esoterista Crowley al Tempio di Diana e ai ritrovamenti successivi al suo passaggio in questa località.
CIMINNA
Il Set del film “Il Gattopardo”
Appuntamento:
Via San Vito (davanti statua Madonna bianca)
Lat. = 37.89639 Long. = 13.55949
Inizio visita:
Sabato ore 10,30 – ore 15,00 – Domenica ore 10,30 – ore 15,00
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Il film “Il Gattopardo” è uno dei più grandi capolavori del cinema italiano. Diretto dal celebre regista Luchino Visconti, vide attori di fama internazionale tra i protagonisti: Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, per citarne alcuni. L’intero film (tranne la scena del ballo) è stato girato a Ciminna, nel 1962 trasformata, per circa tre mesi, nel suggestivo paese del romanzo di Tomasi di Lampedusa: “Donnafugata”. Il visitatore potrà così percorrere i luoghi dove vennero girate le famose scene. A Piazza Piersanti Mattarella, dove arriva e parte il Conte Chevalley, inviato dal nuovo sovrano per convincere il principe Fabrizio ad accettare la carica a Senatore del Regno, e poi Piazza Matrice dove sorgeva il Palazzo della famiglia Salinas, la casa di Angelica, il municipio da dove vengono proclamati i risultati del plebiscito e la Chiesa Madre di Santa Maria Maddalena, in cui il corteo di nobili si reca per recitare il Te Deum, dopo il lungo viaggio in carrozza, ed infine il Museo dove in più di 300 foto si potranno osservare i tanti fuoriscena, spesso poco noti, che raccontano il dietro le quinte del film che fece la storia del cinema internazionale.
CINISI
Madonna del Furi: il Santuario tra le due gole
Appuntamento:
SP 20 (Via SS Madonna di Trapani)
Lat. = 38.11500 Long. = 13.12497
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – ore 11,00 – ore 12,00
Domenica ore 10,00 – ore 11,00 – ore 12,00
Durata: 0,45 minuti
Contributo: Euro 5
La contrada del Furi si trova a circa due chilometri dal Comune di Cinisi. Il luogo molto incantevole e ricco di una folta vegetazione boschiva è posto tra due gole in prossimità di un antico casale musulmano. Qui sorge il Santuario della Madonna del Furi, costruito in seguito ad un miracolo avvenuto nel 1718. Ma già dal 1616, i pastori del luogo si riunivano in preghiera nei pressi di un antico edificio, dove era dipinta nel muro un’immagine della Madonna del Rosario. Nella seconda metà del Settecento si decise di costruire un edificio per ospitare il quadro della Madonna. Nel 1758, la costruzione fu ultimata e le preghiere dei fedeli non mancarono di essere accolte. Il Santuario è sempre meta di pellegrinaggi in occasione delle ricorrenze religiose ed anche luogo di accoglienza per coloro che vengono a pregare. In questo luogo mistico l’immagine venerata è un olio su ardesia, e raffigura la Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Rosa, secondo la tradizione e secondo un antico manoscritto, l’immagine è stata realizzata da un anonimo monaco benedettino.
GRATTERI
Simbologie e leggende medievali nel borgo più misterioso delle Madonie
Appuntamento:
Belvedere Ganci Battaglia
Lat. = 37.96876 Long. = 13.97566
Inizio visita:
Domenica ore 10,00
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Un viaggio appassionato alla scoperta di un borgo millenario. Il ritrovo è previsto al Belvedere Ganci Battaglia, innanzi al sito megalitico i Rutti Brianti, rocce artificialmente forate dagli uomini primitivi e astronomicamente orientale che ricondurrebbero a calendari solstiziali. Inizia da lì un affascinante percorso lungo le viuzze silenziose e millenarie, dove il cunto si fonda con la storia. Dal quartiere dei Saraceni a quello di Nostra Donna del Rosario sopra la “Bocca dell’Inferno”, dove ci affacceremo sull’argine roccioso del torrente per farvi ascoltare la storia del diavolo Macigna. Visiteremo dunque la Matrice Vecchia svelandone i segreti legati all’Arcangelo Michele. Il nostro itinerario procederà verso il “passo della Scala”. Affacciati innanzi al dirupo del Carapé, conoscerete la storia dei talismani delle donne della Scala, quella delle Sante Spine e della distruzione della normanna abbazia indissolubilmente legata dalla tradizione orale ad incantesimi e profezie dei monaci del cenobio. Il percorso si concluderà innanzi alla chiesa Madre, dove si trova ancora oggi una fontana, A Ninfa, il genius loci dell’antico borgo di Cratera, dal greco, coppa, calice, Graal.
ISOLA DELLE FEMMINE
I luoghi della storia di Joe Di Maggio
Appuntamento:
Piazza Pittsburg (davanti la statua del pescatore)
Lat. = 38.19882 Long. = 13.24875
Inizio visita:
Sabato ore 10,30 – ore 15,30- Domenica ore 10,30 – ore 15,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Joe Di Maggio è il più grande giocatore di baseball di tutti i tempi, nato il 25 novembre 1914 a Martinez, una cittadina della California, ma con i genitori originari di Isola delle Femmine, emigrati nella città americana all’inizio del Novecento inseguendo come tanti il “Sogno Americano”. La visita andrà alla scoperta delle radici della storia dei Di Maggio. Si inizia da Piazza Pittsburg dove è collocata una scultura che simboleggia i pescatori emigrati da Isola della Femmine a Martinez, Pittsburg e Monterey. Si accennerà alla Tonnara, con i magazzini per la lavorazione del pescato e le attrezzature per la pesca, oggi trasformata nel palazzo comunale, si passerà poi nella chiesa Maria Santissima delle Grazie dove il 9 dicembre del 1897 si sposarono i genitori del mitico campione americano, Giuseppe Di Maggio, pescatore, e Rosalia Mercurio, rammendatrice di reti da pesca, e venne battezzata, la prima figlia Adriana. La visita si concluderà alla Casa Museo Joe Di Maggio, in via Cutino, strada in cui risiedeva la famiglia Di Maggio e dove verrà raccontata, attraverso immagini fotografiche e cimeli, la storia del fuoriclasse degli anni ’30 e ’40 e marito di Marilyn Monroe.
MONTELEPRE
La Torre dei Ventimiglia e la collezione archeologica
Appuntamento:
Parcheggio Via Falcone Borsellino
Lat. = 38.08987 Long. = 13.17478
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – ore 11,30 – Domenica ore 10,00 – 11,30
Durata: 1,15 ora
Contributo: Euro 5
Il Castello di Montelepre, noto come Torre Ventimiglia, sorge sulla sommità di una collina, nel centro storico del paese. La possente mole della Torre, nell’aspetto simile ai donjon di Adrano e di Paternò, svetta nel tessuto urbano ed è una delle meglio conservate della Sicilia occidentale. Attorno ad essa sorsero le prime abitazioni di quello che un tempo era conosciuto come il villaggio di Monkilebi o Muncilebbru, poi Montelepre. La torre fortificata venne costruita nel XV secolo e si presenta come una costruzione massiccia che raggiunge un’altezza di 24 metri, con pianta rettangolare e tre livelli che termina in alto con una terrazza merlata. Il primo piano del castello di Montelepre è oggi diviso in quattro vani, mentre vi erano originariamente due ampi saloni rettangolari. La torre Ventimiglia ospita il Museo etnoantropologico, mentre un particolare interesse riveste la sezione archeologica sistemata sui due piani della torre, con reperti provenienti dagli scavi di Monte d’Oro, un centro indigeno ellenizzato sviluppatosi in età arcaica, e più di 150 reperti dell’antica città di Hyccara, rinvenuti nella vicina località di “Manico di Quarara”.
PALAZZO ADRIANO
Nei luoghi del Film “Nuovo Cinema Paradiso”
Appuntamento:
Piazza Umberto I (davanti Fontana Ottagonale)
Lat. = 37.68148 Long. = 13.37907
Inizio visita:
Sabato ore 9,30 – ore 11,30 – Domenica ore 10,00 – ore 12,00 – ore 15,00
Durata: 1,45 ore
Contributo: Euro 5
A Palazzo Adriano è stato girato il celebre film “Nuovo Cinema Paradiso” con la regia di Giuseppe Tornatore. La pellicola divenne famosa in tutto il mondo anche perché vincitrice del premio Oscar come Migliore Film Straniero ed è considerata una delle più importanti produzioni nella storia del cinema italiano. Passeggiando tra i vicoli e le stradine dell’antico borgo si possono facilmente identificare i luoghi delle indimenticabili scene del film, e rivivere per un attimo l’atmosfera nostalgica e piena di sentimento. La visita inizierà proprio dalla famosa piazza, con la bellissima fontana ottagonale, dove verranno raccontati aneddoti e curiosità sul film, si proseguirà con il Museo Cinema Paradiso, inaugurato il 4 Agosto 2023. La struttura museale raccoglie cimeli del film ancora gelosamente conservati, con un allestimento moderno e attrattivo ed una piccola sala cinema dove potersi comodamente sedere e guardare proprio in quella famosa piazza il film. Si visiterà la Casa di Alfredo e per concludere verranno aperte le porte della Chiesa Madonna del Carmelo, set degli interni del Cinema Paradiso.
PALERMO
Bombardamenti della città nel 1943: i luoghi dell’arte distrutta
Appuntamento:
Appuntamento Via Cavour (Davanti Comando Guardia di Finanza)
Lat. = 38.12254 Long. = 13.36383
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – ore 15,30 – Domenica ore 10,00 – ore 15,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Da 7 gennaio al 14 luglio 1943 i bombardamenti alleati provocarono gravi danni alla città: circa 100.000 vani di abitazione distrutti o danneggiati nel centro urbano di Palermo. Danni anche ai monumenti ed opere d’arte: ferite le chiese della Magione, dell’Annunziata, di S. Maria della Catena, di S. Giorgio dei Genovesi, di S. Maria la Nuova, di S. Maria di Piedigrotta e di San Francesco, il palazzo Sclafani e l’Abatellis. Le vittime civili furono 2.123 e circa 30.000 feriti. Il percorso proposto va alla ricerca dei luoghi dove sorgevano testimonianze d’arte del Passato, andate distrutte sotto le bombe della II Guerra Mondiale. Un itinerario descrittivo che si snoda narrando delle azioni belliche sulla città, e la visita ad alcune zone che ospitano le rovine dei bombardamenti oltre alla visione di alcune chiese ricostruite, ma non più le stesse, o ciò che resta: muta testimonianza di un tragico passato. L’itinerario si snoda da Piazza XIII Vittime in direzione di Piazza Marina, Via Alloro, fino a Piazza Casa Professa. Quindi verso Via Protonotaro ed alla Cattedrale fino a giungere a Villa Bonanno, dove sono visibili alcune chiese semi distrutte e rovine di palazzi civili.
PALERMO
Fantasmi, re dimenticati e impavide musulmane: l’inedita storia degli infanti di Tunisi raccontata nei luoghi dove vissero
Appuntamento:
Piazza Bologni (davanti la statua di Carlo V)
Lat. = 38.12254 Long. = 13.36005
Inizio visita:
Sabato ore 10,30 – ore 15,30 – Domenica ore 10,30 – ore 15,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
L’itinerario ha inizio in Piazza Bologni, dove la celebre statua dell’imperatore Carlo V ci ricorda del trionfo della Battaglia di Tunisi del 1535, un episodio importante all’interno della lunga guerra che vide contrapposto l’impero ottomano a quello asburgico. Dal monumento si snoderà il percorso di una storia inedita, tratta dal paziente studio di atti notarili di 500 anni fa, del tutto sconosciuta ai palermitani. Il protagonista del nostro racconto – passeggiata è il re Hassan che, grazie all’intervento di Carlo V, riottenne scettro e corona, rubati con l’inganno dal proprio figlio, re Amida. Proseguendo lungo il Cassaro incontreremo un fantasma che aggiungerà un tassello importante alla nostra storia misteriosa, e strada facendo, racconteremo gli intrighi di una numerosa e variegata famiglia di Infanti tunisini, trasferitesi a Palermo nel XVI secolo. Seguiremo anche le orme dei cavalieri cristiani al servizio del re di Tunisi e racconteremo le intriganti vicende della famiglia Farfan, il cui nome rimanda – non a caso – alla parola furfante…
PALERMO
La Borgata di San Lorenzo
Appuntamento:
Via San Lorenzo 282 (dinnanzi villa Adriana)
Lat. = 37.16373 Long. = 13.31957
Inizio visita:
Domenica ore 10,00 – ore 11,00 – ore 12,00
Durata: 0,45 minuti
Contributo: Euro 5
La storica borgata di San Lorenzo, un tempo immersa nella verde campagna della Piana dei Colli, a nord di Palermo, è il luogo prescelto nel 1700 dalla nobiltà per costruire le proprie casene per la villeggiatura. Il percorso si articolerà attraverso tappe significative per la storia e l’evoluzione della contrada: si partirà da via San Lorenzo, laddove si osserveranno tre importati ville: la Casena Grande, la prima fabbrica villereccia dei Colli (1683), villa Adriana, con la sua imponente facciata, e villa Ahrens, quest’ultima costruita da una famiglia di imprenditori sul fine del XIX secolo. Si proseguirà poi per via San Lorenzo, su cui prospettano villa Savona, con il suo prospetto appena restaurato, e villa Nicosia. La borgata di San Lorenzo prende nome dall’antica chiesetta dedicata al Santo, annessa alla villa Nicosia, dinnanzi la chiesa “nuova” di Santa Rosalia, attuale parrocchia. La presenza di questa chiesa ed il culto di San Lorenzo, particolarmente diffuso fra gli agricoltori, denotano lo sfruttamento agricolo dell’area fin dal Medioevo, essendo la chiesa fondata, a detta del canonico Mongitore, intorno al 1160.
PALERMO
La Kalsa islamica e la Testa del Moro
Appuntamento:
Piazza della Kalsa (davanti la chiesa di Santa Teresa)
Lat. = 38.11602 Long. = 13.37299
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – Domenica ore 10,00
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Il percorso che partirà dalla Porta dei Greci è l’occasione per “comprendere” e “scoprire”, la cittadella-roccaforte fatimita del X secolo. In questo contesto storico-urbanistico nasce la leggenda della Testa del Moro, i cui protagonisti di questa storia d’amore, sono una giovane e bella siciliana e un Moro da poco arrivato sull’isola via mare. La giovane abitava alla Kalsa. Il suo nome deriva dall’arabo al-khalisa, “l’eletta”, perché al suo interno c’era il fortilizio dell’emiro, il “Diwan” (il municipio), la prigione, la moschea “gamì” molto frequentata e due bagni pubblici (hamman) e tutti gli uffici amministrativi compreso la sede della sua corte. Nel tempo è diventato un unicum leggendario ed esclusivo manufatto di bellezza siciliana e palermitana in particolare. Dell’Al-Hàlisah, oggi non si riscontrano più tracce monumentali visibili, come tutta la Palermo islamica, quella odierna è gremita di chiese, palazzi e piazze, la Kalsa rappresenta uno dei fulcri della cultura popolare e la storia della città, cuore pulsante è la sua omonima piazza che racchiude l’essenza e l’identità araba.
PALERMO
Viaggio nei luoghi della rivolta del “Sette e mezzo”
Appuntamento:
Piazza Indipendenza (davanti obelisco commemorativo insurrezione della Gancia)
Lat. = 38.11067 Long. = 13.35098
Inizio visita:
Sabato ore 10,00
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Dal 16 al 22 settembre 1866 Palermo fu sconvolta dall’esplosione di una rivolta popolare che per la sua durata fu chiamata “il Sette e Mezzo” e aveva diverse cause: l’instaurazione della leva militare di cinque anni, la soppressione degli enti ecclesiastici e l’incameramento dei loro beni, la mancanza assoluta di lavori pubblici. Sul malcontento popolare si innestava l’iniziativa degli ex garibaldini che si rifacevano al generale Giovanni Corrao, con cui convergevano elementi clericali e filoborbonici. La mancata discesa in campo delle altre città siciliane condannarono il “Sette e Mezzo” alla sconfitta. Durante la visita guidata sarà possibile rivivere i momenti salienti di quell’avvenimento, visitare i luoghi dove avvennero gli scontri armati tra le squadre dei rivoltosi e le forze dell’ordine, le piazze dove donne e uomini costruirono barricate con tutto quello che riuscirono a trovare, inoltre sarà possibile conoscere i palazzi oggetto di assalto o devastazione perché sedi di caserme e uffici pubblici, confrontando gli aspetti della città di allora con quelli dei giorni nostri.
PARTINICO
Nella location del film “Il Giorno della Civetta”
Appuntamento:
Piazza Verdi (davanti ex casa del capomafia don Mariano Arena)
Lat. = 38.04694 Long. = 13.11835
Inizio visita:
Domenica ore 10,00 – 11,30
Durata: 1 ora
Contributo: Euro 5
Il film “Il giorno della civetta”, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, il primo a denunciare apertamente la mafia, fu prodotto nel 1968 e diretto da Damiano Damiani con un cast di attori di fama internazionale: Franco Nero, Claudia Cardinale, Lee J. Cobb, Serge Reggiani. La pellicola è stata girata a Partinico e la location scelta dallo stesso regista, quando diretti ad Alcamo si fermarono per un caffè nella cittadina partenicese. Damiani uscendo dal bar rimase colpito dalla costruzione che si ergeva agli estremi della piazza e che sarebbe diventata la residenza, nel film, del capomafia don Mariano Arena. Si partirà, naturalmente, da Piazza Verdi, dove si trovava la casa del boss, per spostarci, nella vicinissima Piazza Duomo con la fontana detta “ottu cannola” e dove venne girata la scena dell’auto del Capitano Bellodi imbottita di esplosivo, ed inoltre in Corso dei Mille con la chiesa dell’Annunziata, dove don Mariano viene informato dell’attentato. Ed ancora Piazza Vittorio Emanuele luogo in cui “Parrineddu” raggiunge il boss per informarlo del comportamento di “Zecchinetta”. Una passeggiata per riscoprire i luoghi di un film indimenticabile.
PIANA DEGLI ALBANESI
Alla scoperta degli Arbëreshë di Sicilia
Appuntamento:
Via Viadotto Tozia (Piazzale antistante Ufficio postale)
Lat. = 37.99479 Long. = 13.28332
Inizio visita:
Sabato ore 9,00 – ore 11,00 – Domenica ore 9,00 – ore 11,00
Durata: 1,45 ore
Contributo: Euro 5
Una escursione culturale, storico, linguistico e religiosa per conoscere la singolare comunità arbëreshe di Piana degli Albanesi. A distanza di più di cinquecento anni, i suoi abitanti sono riusciti a mantenere pressoché immutato il proprio patrimonio etnico-culturale. La principale peculiarità del luogo è rappresentata dall’utilizzo di una lingua diversa dall’italiano: l’arbëresh, custodito e tramandato di generazione in generazione. Alla lingua si aggiungono altri due elementi rilevanti: il rito bizantino-greco utilizzato durante tutte le celebrazioni liturgiche e gli splendidi e sfarzosi abiti tradizionali, i quali costituiscono il caposaldo dell’identità etnica degli arbëreshë del paese Piana degli Albanesi. La caratteristica principale dei preziosi abiti è nell’essere ricamati in oro su trame ornamentali tradizionali e ornati di una grande fibbia di argento sbalzato. Si avrà modo di visitare la cattedrale di San Demetrio Megalomartire, l’edificio di culto più grande e importante dell’eparchia, e la chiesa San Giorgio Megalomartire, costruita nel 1493 ed ampliata successivamente nel 1564, due luoghi simbolo della religiosità degli albanesi di Piana.
ROCCAPALUMBA
Regalgioffoli, il Borgo sconosciuto
Appuntamento:
Piazza Angelo Bonanno
Lat. = 37.81949 Long. = 13.63794
Inizio visita:
Sabato ore 10,30 – ore 15,30 Domenica ore 10,30 – ore 15,30
Durata: 1,30 ora
Contributo: Euro 5
Il toponimo Regalgioffoli evidenzia inequivocabilmente le sue radici arabe: Rahal jaffal, che secondo alcuni studiosi dovrebbe significare “Casale dell’abbondanza” o “luogo di passaggio” o ancora “Casale della lana”. Secondo il notaio e giurista siculo Giovanni Luca Barbieri, il casale con il feudo Rachalyofalu appartenne fin dal 1390 a un tale Nicolò Poeta da Caccamo, al quale venne confiscato a seguito della sua ribellione a Re Martino insieme ad Arrigo Chiaramonte e Antonio Ventimiglia. La Chiesa, dedicata alla Madonna del Rosario, edificata nel 1819, è in tardo stile neoclassico e custodisce il pregevole gruppo ligneo della Vergine col Bambino e San Domenico della seconda metà dell’Ottocento. Nei pressi dell’abitato si conservano alcune tombe rupestri ad arcosolio, attribuite all’età paleocristiana. Il lavatoio pubblico ubicato in contrada Pizzuta, della fine del ‘700, di notevole interesse etnoantropologico, testimonia un momento della lavorazione della lana. Un’altra struttura simile, non coperta, si trova nella frazione di Regalgioffoli in contrada Calvario ed è probabilmente di epoca anteriore.
SAN CIPIRRELLO
Liturgia, cosmo e architettura nella chiesa madre di Maria SS. Immacolata
Appuntamento:
Piazza Madrice 2
Lat. = 37.97746 Long. = 13.16991
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – Domenica ore 15,30
Durata: 1,30 ore
Contributo: Euro 5
La Chiesa madre di Sancipirello fu costruita fra il 1875 e il 1975 con le offerte dei fedeli. Restavano molte parti da definire: presbiterio, volte, cappelle. La facciata era stata rivestita con materiali e forme inadeguate e tale rimane tuttora. Nel 2009 gli architetti Ciro Lomonte e Guido Santoro completarono il presbiterio, curandone gli elementi sulla base di approfonditi studi di architettura sacra. Il progetto e i principi ispiratori sono descritti nel loro volume “Liturgia, cosmo, architettura”. Le questioni affrontate sono delicate. I fedeli chiedono chiese che sembrino chiese e ornamenti architettonici tratti dalla Rivelazione cristiana. Rimangono sorpresi di fronte a volumi astrusi e minimalisti, stranianti, intellettualistici, più adatti a funzioni secolari o sedute psicoterapeutiche. I due architetti cercano di superare l’architettura del non luogo. Il presbiterio della Chiesa di Sancipirello è un caso di studio per riflettere sull’arduo processo di produzione della bellezza, sull’architettura come direzione d’orchestra, sui fondamenti dell’arte sacra, sul rapporto fra Chiesa di pietre e Chiesa di creature chiamate alla santità.
TERMINI IMERESE
Il viaggio di Jean Houël nel 1776: luoghi e racconti del grande pittore francese
Appuntamento:
Piazza Umberto I (Davanti Chiesa del Monte)
Lat. = 37.98660 Long. = 13.69509
Inizio visita:
Domenica ore 10,00 – ore 15,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
Nella seconda metà di Luglio del 1776, Jean Hoüel, viaggiatore, pittore, architetto e naturalista francese, fu a Termini Imerese. Di tale soggiorno rimangono una decina di splendidi acquarelli compresi nel corpus delle vedute siciliane che si conservano in Russia a San Pietroburgo (Museo Statale Ermitage) ed il suo resoconto nel Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari. Durante la passeggiata verranno ripercorsi i punti salienti dell’itinerario termitano descritto dal grande pittore francese, attraverso la rivisitazione dei luoghi, congiunta con la lettura di brani tratti dal Voyage, vero e proprio documentario di viaggio che verrà riproposto nelle sue linee essenziali. Un modo di fare rivivere nella cittadina imerese il fascino avventuroso dell’epopea del Grand Tour, un lungo viaggio nell’Europa continentale intrapreso dai ricchi dell’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere unendo i fili tra passato e presente. Una riscoperta della città delle antiche terme, nonostante le crescenti modificazioni antropiche inferte negli ultimi secoli al patrimonio archeologico, storico, architettonico e paesaggistico.
TERMINI IMERESE
Simbologie nascoste nelle Chiese di Santa Maria della Misericordia e dei Cappuccini
Appuntamento:
Chiesa S. Maria della Misericordia Via Mazzini
Lat. = 37.98662 Long. = 13.69544
Inizio visita:
Sabato ore 10,30 – Domenica ore 10,30
Durata: 2 ore
Contributo: Euro 5
L’itinerario si propone di far scoprire secondo una chiave di lettura inedita due siti secenteschi di particolare interesse artistico della città di Termini Imerese. Oggetto della visita saranno: la Chiesa di Santa Maria della Misericordia e la Chiesa dei Cappuccini. Verrà svelata la simbologia nascosta nella ricca decorazione a stucco che orna la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, situata nei pressi dell’antico foro romano, costruita nel XV sec. e rimaneggiata nel Seicento; mentre verranno palesati i linguaggi, non più immediatamente percepiti dalla sensibilità odierna, presenti nella Chiesa dei Cappuccini. L’edificio situato sulla sommità di un’altura nei pressi delle antiche mura cittadine, custodisce splendidi esempi d’arte ebanistica secentesca e settecentesca, tele del La Barbera, fra Fedele da San Biagio, fra Felice da Sambuca, Ciresi, opere del Valenza e un “Forno mistico” vera rarità nel territorio. La visita sarà guidata dalla professoressa Maria Rita Costanza (filologa bizantina con master in conservazione dei beni culturali e laurea magistrale in teologia).
VILLABATE
Villabate tra natura e architettura
Appuntamento:
Mercato ortofrutticolo (di fronte l‟uscita dell’autostrada)
Lat. = 38.08240 Long. = 13.43423
Inizio visita:
Sabato ore 10,00 – Domenica ore 15,30
Durata: 3 ore
Contributo: Euro 5
Molto spesso si guarda senza vedere ciò che abbiamo sotto gli occhi. Questa visita a Villabate ha lo scopo di fugare il luogo comune che esso sia un paese privo di Beni Culturali. Il meraviglioso di questa nostra Sicilia è che non esiste un territorio o un centro urbano che non sia scrigno di natura e cultura. La passeggiata riguarderà le Grotte di Famiano, abitate fin dal paleolitico, che riportavano graffiti alle pareti. Inoltre il Palazzo Migliaccio Termine nato agli inizi del XVIII sec. come evoluzione di una vecchia torre di guardia. Elemento artisticamente rilevante un affresco di ottima fattura costituito da un trompe l’oeuil che rappresenta un giardino ornamentale corredato da figure umane e uccelli dipintiti. La “Camera dello scirocco”, ubicata nella piazza principale, era una dependence della ottocentesca Villa Marinuzzi. Infine la Chiesa di San Giuseppe, costituisce uno dei più riusciti esempi di moderna architettura ecclesiastica a livello nazionale. La sua particolare copertura richiama simbolicamente la tenda che ospitava l’Arca dell’Alleanza del popolo ebraico con Dio. Di particolare impatto è l’interessantissimo ciclo iconografico del pittore Giuseppe Tuzzolino.
Come partecipare
Per partecipare alle singole iniziative è necessario andare sul sito www.iluoghidellemeraviglie.it. Dopo aver prenotato la visita on line tramite CiaoTicket con il pagamento del contributo di 5 euro, occorre inviare un messaggio su WhatsApp al numero 351.3141151 oppure una email a: info@iluoghidellemeraviglie.it. comunicando nome, cognome, luogo e orario dell’evento al quale si intende partecipare. La comunicazione è obbligatoria e verrà inviato un messaggio di conferma. Sono esentati dal pagamento solamente i bambini al di sotto dei 6 anni.
Avvertenze
Per cause non dipendenti dai promotori o per ragioni di forza maggiore il programma potrebbe subire delle variazioni. Tranne il caso di annullamento da parte dell’organizzazione del singolo evento a cui si era deciso di partecipare, il contributo non verrà rimborsato. Per aggiornamenti consultare sempre le News del sito oppure la pagina Facebook “I Luoghi delle Meraviglie”.